
Anche la questione delle ragazze faceva arrabbiare Manuel Garcia. Perché doveva esserci per forza una Capa dei Capi? Un Capo, non per forza lui stesso, anche se si sarebbe sentito pronto, non avrebbe potuto essere all’altezza? Forse ancora migliore? Ma quello che davvero lo rendeva intrattabile era l’idea che solo alle candidate potessero venir trasmesse conoscenze fondamentali. Lui ne era privato solo per il fatto di essere nato maschio.
(nota dell’Autore. Quando ho cominciato a scrivere racconti per questo blog mi sono dato un limite di lunghezza per non stancare gli eventuali lettori. Questo mi è uscito un po’ più lungo, quindi ho deciso di pubblicarlo “a puntate”. Trovate la prima qui https://parolemiti.net/2020/12/25/futuro-prossimo-1-il-profeta/
le successive a questi indirizzi
https://parolemiti.net/2020/12/25/futuro-prossimo-3-il-cammino/
https://parolemiti.net/2020/12/25/futuro-prossimo-ultima-la-citta/
Manuel Garcia, ma tutti lo chiamavano Manny, era un bel ragazzo, prestante, intelligente, scontroso. L’esemplare perfetto per essere appetito da ogni ragazza del villaggio. Lui l’aveva capito e ne approfittava per mettere in atto la sua inconsapevole vendetta, sfogare la sua rabbia. Si lasciava prendere e nel breve rito della procreazione si rendeva il più possibile sgradevole. Vendetta di breve durata e di scarsa soddisfazione.
Non gli risultava di avere mai generato figlie che potessero eventualmente essere candidate Capa dei Capi. Figli sì, tanti, ma nessuno aveva ancora mostrato un briciolo delle sue qualità, forse perché Manny si lasciava prendere, inconsciamente(?), solo da femmine non particolarmente brillanti. O forse perché quelle particolarmente brillanti non sceglievano lui.
Manny aveva un’amica, solo una, Wyoh, che sarebbe Wyoming. Erano coetanei e avevano imparato assieme le parole del Profeta, avevano partecipato assieme alle cerimonie di consacrazione delle loro vite a Stuart René LaJoie. Poi Wyoh era stata candidata. Lui l’aveva presa male, come al solito, avrebbe voluto allontanarla ma lei era intelligente e curiosa almeno quanto lui e molto, molto più perspicace. Aveva capito perfettamente che Manuel Garcia poteva e doveva essere una risorsa per il villaggio e come candidata Capa doveva fare tutto per tenerlo a freno. Impresa complessa ma per lei appassionante.
Col tempo Manny era riuscito a separare Wyoh amica da Wyoh candidata, Wyoh amica da Wyoh femmina e deciso che a quell’amica ci teneva. Poi, siccome non aveva nessuna intenzione di fare il Principe Consorte, stava ben attento a evitare ogni possibilità di complicazioni riproduttive.
Principe Consorte era l’appellativo riservato al compagno della Capa dei Capi, la Capa e il suo compagno erano l’unica coppia fissa e chiusa del villaggio. Anche per questa la posizione non interessava Manuel Garcia. Quindi tutto ok.
Ma in lui montava l’insofferenza all’ipocrisia di dover nascondere dubbi e ambizioni e alla vita grama che anche i Capi dovevano condurre; almeno era così sotto Mimi Davis. Si diceva che c’erano state Cape dei Capi che permettevano di profittare dell’appartenenza alla famiglia per avere di più, non tanto, non c’era mai tanto da dividere, ma anche solo un turno di lavoro meno duro, qualche momento di riposo in più. Ma questi erano tempi passati anche se più di qualcuno un po’ li rimpiangeva.
Finché un giorno, mentre andavano raccogliere l’acqua al fiume – anche Wyoh era un po’ ribelle, a modo suo, e si rifiutava di ammettere che certe mansioni fossero riservate ai maschi. Non il contrario, naturalmente – mentre andavano a raccogliere l’acqua, Manny buttò lì, come fosse spuntata in quel momento, l’idea che da un po’ gli ronzava in testa.
“Devono essere anni che nessuno prova più ad avvicinarsi alla città degli Occidentali, almeno non sappiamo di nessuno che abbia provato recentemente”. Avrebbe voluto aggiungere “ammesso che qualcuno ci abbia davvero provato” ma decise che era meglio evitare. Wyoh era sì sua amica ma era anche candidata Capa e non era davvero certissimo di a chi sarebbe andata la sua fedeltà in caso di scelta obbligata.
“Ammesso che qualcuno ci abbia davvero provato” Wyoh non si fece scrupoli a concludere il suo pensiero, d’altra parte per questo era stata candidata, perché sapeva capire gli altri, figurarsi se non capiva un così trasparente pensiero del suo miglior amico.
“Quindi vorresti che ci provassimo noi?”
“Veramente pensavo, ma sai è solo un’idea così, appena abbozzata, di provarci io, da solo.”
Il sorriso di Wyoh era sconcertante, Wyoh era spesso sconcertante, almeno per lui. I suoi occhi blu -erano davvero blu, come quelli di nessun altro al villaggio- erano leggermente storti, forse era anche questo che rendeva così difficile da interpretare lo sguardo che gli aveva piantato in faccia. Ogni volta che lei lo faceva, Manny andava in confusione; non sapeva come ricambiare lo sguardo, quale occhio considerare dominante, a quale replicare, quale sfidare o se fosse stato il caso, come in questo momento, da quale raccogliere la sfida.
Allora sfuggiva allargando lo sguardo ma non era una soluzione stabilizzante: lo sguardo andava a raccogliere il fluido miele dei suoi capelli, arricchito e rinnovato dalla sua, di lei, cura quasi maniacale, i lineamenti volitivi ma sorprendentemente dolci sulla pelle chiara, quasi incolore, almeno rispetto ai colori prevalenti nel villaggio. Lui sapeva di essere scuro, banale, si sentiva brutto.
Non sapeva di essere innamorato. Anche perché in vocabolo e il concetto stesso non esistevano al villaggio. Dove c’era davvero poco spazio al di fuori delle esigenze della basilare sopravvivenza. Wyoh stessa si era conquistata a fatica il perdono per il tempo che investiva nella cura dei suoi capelli ma non avrebbe resistito ancora a lungo alla insofferenza di molte donne -anche di tutti gli uomini ma loro contavano poco- per il suo approfittare della posizione di candidata Capa dei Capi per ritardare ben oltre l’abituale la scelta del primo maschio per la procreazione.
Questi pensieri non lo stavano distraendo dal momento, gli stavano offrendo la risposta al sorriso di Wyoh: “Se ti va potremmo davvero farlo assieme”.
Nei giorni successivi si offrirono ripetutamente per la raccolta dell’acqua. Era un compito di responsabilità, carico di simbologia vitale, fonte di onore per chi lo svolgeva ma gravoso. Anche se c’erano sempre candidati, soprattutto maschi adulti, raramente c’era chi si impuntava per esserne gravato. Per questo Manny e Wyoh non avevano difficoltà a ritagliarsi quei lunghi momenti di solitudine per preparare il loro piano. C’era da dire che l’insolita richiesta da parte di un giovane e soprattutto di una ragazza, sempre accomunati nell’impegno e la notoria riluttanza di lei, avevano suscitato false congetture nelle donne del villaggio solitamente più intuitive delle situazioni.
Ben presto si resero conto che non avevano informazioni sufficientemente credibili per effettuare piani dettagliati sullo svolgimento del loro viaggio verso la città e si concentrarono quindi sul piano della fuga. Perché di una fuga si sarebbe trattato.
Nessun divieto esplicito era posto dalle tradizioni all’abbandonare il villaggio prima dell’approssimarsi della fine ma tutti sapevano che andarsene, sottraendo di fatto al villaggio risorse preziose di lavoro e di riproduzione, era un comportamento riprovevole. Se ne andavano a morire lontano i vecchi con le loro ultime forze, per non pesare sulla comunità. A volte strisciavano, scacciati dal disinteresse e dall’abbandono, gli idioti o i prodotti fragili di reiterata consanguineità riproduttiva. Raramente venivano espulsi quelli che per azioni ostili o inazioni abituali, frenavano il lento e faticoso procedere della sopravvivenza comune. E poi, ma forse era solo leggenda, c’erano stati gli avventurosi esploratori attirati dal biancheggiare della città degli Occidentali. Nessuno era mai tornato, di nessuno si era mai saputo alcunché.
Quindi, per rallentare l’allarme, avevano scelto di allontanarsi la prima volta che Wyoh fosse entrata nella capanna della fertilità. Tutte le donne in età riproduttiva, all’inizio del loro ciclo, rimanevano confinate nella capanna per prepararsi alla prossima opportunità di portare nuove risorse al villaggio. In quei giorni dovevano restare invisibili agli occhi di tutti, anche per questo si ritiravano portando sempre con sé una straordinaria, rispetto alle abitudini quotidiane, quantità di cibo. Per i maschi le assenze erano più facilmente giustificabili da solitarie battute di ricerche di alimenti, legna o altri prodotti utili.
Questo avrebbe ritardato l’eventuale inizio delle ricerche, se pure qualcuno avesse voluto darsi la pena di indagare su una loro scomparsa.
Venne il giorno.
Appena dopo il tramonto partirono.

Molto molto molto promettente! Aspettiamo che succede, anzi siamo impazienti, bravo Autore!
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