
Stamattina si è svegliato presto, è riuscito ad alzarsi senza svegliare Paola, i ragazzi neanche a pensarlo, e si è affacciato al balcone. Immediatamente gli è apparso accanto il cane. Aria di vacanza! Domina tutto il blu del mare che si spegne nell’azzurro e la striscia bianca della spiaggia interrotta qua e là da gruppetti di scogli scontrosi, in primo piano il rettangolo verde del giardino con le sdraio e l’ombrellone. Aria di vacanza!
Ieri è stata lunga: una tirata sola fin da Monza con Paola che gli dava il cambio ogni tanto ma non riesce a riposarsi molto quando guida qualcun altro, i ragazzi e il cane costantemente in cerca di attenzioni, un bagno, un panino o una canzone.
Sono arrivati che era già tardi, il tempo di sistemare lo stretto necessario, secondo Paola, che vuol dire circa un terzo di quello che hanno stipato nel retro della macchina, un salto in pizzeria proprio qua sotto, mettere a letto i ragazzi, il tempo di sistemare lo stretto necessario, sempre secondo Paola, che vuol dire praticamente tutto il resto tranne proprio la roba da mare, poi finalmente a nanna.
È uno che si addormenta al volo e ha dormito proprio bene, sarà sempre l’aria di vacanza. Avevano visto le foto dell’appartamento e del panorama dal balcone, avevano considerato che, come sempre, non dovevano contare troppo sulla esatta rispondenza delle immagini alla realtà ma si fidavano comunque dei racconti di Aldo e Lucia che affittano da due anni l’appartamento a loro dire gemello nella palazzina di fianco. Ma la vista che lo accoglie stamattina è molto, molto meglio delle sue aspettative. Aria di vacanza!
Non che sia uno di quelli che lavora tutto l’anno solo per poter andare in vacanza, però l’esistenza delle vacanze come obiettivo concreto, come entità socio/affettiva, come tempo reale nel futuro, lo ripaga di molte delle difficoltà (userò questo eufemismo) quotidiane. Forse dovrei spiegarvelo ma per farlo dovrei obbligatoriamente farlo tornare con il pensiero alle succitate “difficoltà” e non mi sembra davvero carino, con quest’aria di vacanza che lo circonda e lo accarezza.
Lui sa bene che tra gli altri tanti ingredienti di queste prossime tre settimane (tre settimane intere, riuscite a immaginarlo? Più i viaggi andata e ritorno! Faranno una tirata anche al ritorno e sarà più faticoso, non solo perché è tutta in salita -questa battuta strausata fa ancora ridere i ragazzi, e anche Paola, anche se cerca di nasconderlo- ma perché sarà esaurita l’aria, l’aria di vacanza!). Ho perso il filo. Ah! Lui sa che tra le altre cose avranno modo di conoscersi sempre meglio con tutte le loro particolarità e differenze. Con Paola sono ormai quindici anni che stanno imparando a conoscersi e il bello è che nel frattempo cambiano, stanno cambiando, lungo strade non propriamente parallele il che vuol dire che hanno sempre cose nuove da conoscere reciprocamente. I gemelli poi sono un’enciclopedia illustrata da sfogliare e ogni pagina, ogni lemma ti propone un rimando a qualcos’altro e se cerchi di tornare al lemma di partenza è sicuramente già aggiornato. È come vivere immerso in uno spettacolo pirotecnico.
Lo so, sto divagando. Quello che volevo dire è che a casa, la sera, dopo il lavoro, non ce l’ha mica tutta questa passione, questo entusiasmo per la scoperta e l’approfondimento della conoscenza: quando si trova di fronte ad atteggiamenti o risposte che non riconosce, che non capisce, con Paola ogni tanto, con i ragazzi continuamente, rimane spiazzato, fatica ad accoglierli e a volte perde la pazienza. Ma sa che ci saranno le vacanze per recuperare!
Ed eccolo qui, di fronte al mare a respirare aria di vacanza. Quindi prepara il caffè per Paola. Banale? Scontato? No, no. Scontato no di certo, banale forse ma non è banale il come lo vive: Paola è molto più pragmatica di lui, lei immagina queste vacanze non molto diverse dai giorni a casa, mare a parte, naturalmente. Certo dovrà occuparsi un po’ meno dei ragazzi, ma sentirà su di sé il peso inevitabile della cucina, spesa, preparazione e pulizia e anche se nessuno si aspetta la casa lustra come con Isabella, proprio la sua assenza, anche lei è in vacanza da queste parti dai parenti del marito, unita alla mancanza dell’organizzazione lombarda nei negozi e nei servizi, con i gemelli che si trascinano costantemente sui pavimenti non si può neanche lasciar correre troppo, le peserà. Almeno è così che se le aspetta, queste vacanze, un po’ rassegnata, un po’ sul piede di guerra. Dovrà fare del suo meglio per farla stare bene.
Per questo il caffè che le prepara non è banale. Vuol dire, mia cara, mio tesoro, luce dei miei occhi, sole della mia vita, anche tu sei in vacanza, conta pure su di me. Magari è la volta che impara a stirare davvero. Quando era bambino invidiava sua sorella che aveva accesso a quello strumento magico e pericolosissimo -non ha mai capito perché solo per i maschi- capace di trasformare stracci in vestiti e la luce di soddisfazione negli occhi di sua madre quando sollevava una camicia di papà stirata come diceva lei, perfettamente! Ha fatto qualche tentativo quando sono andati a vivere insieme, con Paola, poi lei e Isabella hanno, senza alcuna delicatezza, frustrato le sue ambizioni di collaborazione domestica alla pari, almeno per lo stiro.
Quando erano bambini, Lucia e lui, andavano a Gabicce, non capisce come potesse piacere loro quel mare, confrontandolo con quello che ha adesso davanti, sa però che si divertivano da matti. Passavano in spiaggia ore lunghissime e pienissime di ogni tipo di gioco che sapevano inventarsi con le quattro cose che avevano a disposizione. Poi dopo pranzo – tornavano sempre a casa per pranzo nell’appartamento preso in affitto – in camera per il riposino, spesso passavano ore, o forse gli sembravano ore ma erano solo minuti, a chiacchierare e ridere come scemi. Si ricorda che uno dei temi più discussi era: che cosa farò da grande. I suoi sogni giravano intorno agli astronauti, quelli di Lucia intorno alle maestre, o infermiere, anche parrucchiere. Stereotipi della cultura patriarcale dominante. Chissà se se ne ricorda e se ne ha mai parlato con le sue amiche del circolo femminista che frequenta.
Con Lucia ha passato del tempo fantastico e ha imparato molto da lei, lo dice adesso che sono grandi, naturalmente, allora non si sarebbe mai sognato. Il fatto di essere gemelli senza segreti, pudori o invidie, gli ha permesso, soprattutto più tardi, da adolescente, di avere una visione delle cose del mondo, delle persone, dei rapporti, molto più ampia. Raccontandosi i punti di vista dei loro reciproci amici, meno fortunati essendo limitati ad un solo punto di vista, hanno potuto capire quanto profonda fosse la differenza tra ragazzi e ragazze, dentro ma soprattutto fuori, nel senso di come ti vedono, ti valutano gli altri e quanto gli uni e le altre perdessero da questa limitazione. Certo avevano anche la fortuna di avere una coppia di genitori con i quali si poteva parlare di tutto e, a loro modo, per i loro tempi, aperti a riconoscere le specificità di genere, le conseguenze e le limitazioni di una società e di una educazione patriarcale.
Così, quando gli hanno detto che avrebbero avuto due gemelli di sesso diverso è stato felicissimo. Paola un po’ meno, aveva sperato che l’ereditarietà saltasse la sua generazione. E adesso sono qui, con i loro due gemelli e la sua gemella nell’appartamento gemello a fianco. Aria di vacanza!
Vibra il telefono, il suo personale, quello del lavoro è accuratamente spento. Naturalmente è la Franca, la sua assistente di gruppo, quella che ha tutti i loro numeri da usare solo in caso di assoluta e improrogabile necessità. E se vibra alle pressappoco sette del mattino deve essere proprio una vera urgenza.
Respira profondamente, tre volte, accetta la chiamata e risponde con la sua voce più sorridente. Taglio corto sulle scuse e arrivo al punto: Giovanni, il loro capo, che ieri accompagnava la famiglia in vacanza in Toscana, ha avuto un incidente, niente di grave, la famiglia poca roba, lui qualche fratturina non pericolosa, ma. Chiaro che c’era un ma, altrimenti non lo avrebbe chiamato. Ma il Direttore avrebbe piacere che tu potessi rientrare per occuparti di un paio di dossier urgenti che Giovanni doveva chiudere in settimana; ha cercato di chiamarti sul telefono dell’ufficio ma era spento, mi ha chiesto il tuo personale. Prima di darglielo ho preferito avvisarti, e chiederti l’ok. Grazie, Franca, sei un tesoro.
E adesso? Non ha bisogno di dirsi tutti i vantaggi ad accettare di rientrare, ma quello che perde? E Paola?
Paola è sulla porta, evidentemente ha sentito parte e capito tutto. Si avvicina, lo abbraccia, il mento sulla sua spalla nella loro posizione tipica da coccola polifunzionale. Vediamo quand’è il primo volo, cerca di cavartela in fretta e di tornare presto. A proposito di imparare a conoscersi.
All’aeroporto l’hanno accompagnato Paola e Lucia, Aldo è rimasto a casa con i gemelli, un po’ delusi sì ma pronti a mille nuove avventure marine, e poi Aldo è sicuramente meno severo di Paola.
Salendo sull’aereo è combattuto tra il dispiacere di dover rimandare la vacanza e la tensione di nuove responsabilità. Ma sa che dovrà solo aspettare ancora un poco ma che sarà certamente una splendida vacanza.
E poi in fondo non si perde niente, quando torna posso sempre raccontargli tutto.
