davanti al banco delle novità, sembrava guardare copertine e titoli

Era uno di quelli che camminano in mezzo alla gente come una barca in mezzo al mare quando conosce il suo porto, uno di quelli che riescono a sembrare eleganti anche con le mani sprofondate nelle tasche, uno di quelli che ti fanno sentire guardato negli occhi mentre il loro sguardo passa veloce esattamente a metà tra le tue sopracciglia e l’attaccatura dei capelli, uno di quelli che una ragazza come lei non poteva evitare di guardare, di sottecchi magari, come adesso.

Se ne stava da un po’ in piedi davanti al banco delle novità, sembrava guardare copertine e titoli senza veramente vederle. Ogni tanto lasciava scorrere dolcemente le dita ad accarezzare un’immagine, ogni tanto ne prendeva in mano uno, senza andare ai risvolti né alla quarta di copertina, come facevano in tanti; sembrava piuttosto valutarne il peso, valutarlo a peso.

Quando lentamente girò la testa verso di lei, lei, nonostante ci provasse con tutta la sua volontà, non riuscì a distogliere lo sguardo. I suoi occhi, quelli di lui, erano inespressivi ma non ostili; qualcosa nella tensione del suo corpo suggeriva invece una implicita richiesta di aiuto. Lei si sentiva persa, inutile, voleva forse scappare e soprattutto si sentiva stupida, molto stupida.

Un appena percettibile cenno del capo come per dire “Posso esserle utile?”, un appena percettibile abbozzo di sorriso come per rispondere “Sì, grazie”. Un po’ rassicurata da questo embrione di dialogo si avvicinò più lenta di quanto gli standard aziendali avrebbero suggerito e infinitamente più veloce di quanto il suo cuore sembrava poter tollerare.

Arrivata alla giusta distanza, senza aver mai staccato gli occhi dal suo viso, ripeté: “Posso esserle utile?”

-Cercavo un libro …

-Un libro in particolare o …

Era un po’ sorpresa e molto soddisfatta, la voce le usciva con il giusto tono, con il giusto volume, molto professionale; aveva per un attimo temuto di non farcela.

-Veramente non saprei …

-Ma è per lei? È un regalo?…

-No, no! Per me! Ma… non saprei…

Era sempre sorpresa ma adesso un po’ meno soddisfatta, la voce e il tono dell’uomo le sembravano in qualche modo inadeguati all’idea che la sua immagine e il suo portamento le avevano trasmesso.

-Posso farse suggerirle qualche titolo? A che genere stava pensando?

Lo sguardo gli si era lentamente abbassato sulle mani che reggevano l’ultimo libro che gli era capitato, quasi che il libro e le mani stesse gli fossero diventati improvvisamente estranei.

Liberata dal suo sguardo aveva potuto osservarlo un po’ meglio: portava un soprabito grigio, elegantissimo, forse troppo elegante per quel pomeriggio piovoso, abito grigio, camicia bianca, una splendida cravatta con dei piccolissimi disegni verdi e gialli sullo sfondo blu. Le era perfino sembrato di cogliere un riflesso di gemelli ai polsini della camicia. Scarpe classiche, nere, lucidissime.

I capelli erano castano chiaro, gli occhi non sapeva dire, tra il verde e il blu, e attorno agli occhi sottilissime rughe di espressione che rendevano reali lineamenti altrimenti troppo perfetti, quasi finti: il naso autorevole, le labbra invitanti. E quelle mani lunghe, sottili, forti e delicate ad un tempo, che reggevano il libro, un libro che sembrava a loro estraneo.

-Sa… si è tanto parlato della riapertura delle librerie, della loro importanza e mi sono reso conto che era tanto tempo che non ci mettevo più piede. Volevo vedere…

Diceva queste cose tutte di fila, con una voce incerta.

Era ancora sorpresa e un poco confusa; come poteva un uomo così…, così …, così tutto, non essere a suo agio tra i libri? Come poteva essere all’apparenza così desiderabile è così lontano dal suo mondo di pagine e d’inchiostro?

Improvvisamente l’uomo sollevò lo sguardo, di colpo severo, al disopra della spalla sinistra di lei e contemporaneamente si mosse. Tutto il suo corpo sembrò spostarsi velocemente verso di lei, come un unico blocco, un po’ troppo veloce, un po’ troppo vicino.

Lei ebbe un sussulto, quasi di paura, mentre dietro la sua spalla sinistra scoppiava una voce sgradevole: “Signorina! Insomma, signorina!”

Sì, era proprio sorpresa e adesso decisamente delusa, non riusciva davvero a sopportare la letteratura romantica. Chiuse di colpo il libro che stava leggendo, senza occuparsi dello sguardo disperato dell’uomo dal soprabito grigio che rimaneva schiacciato tra le pagine e rivolse un sorriso un po’ colpevole al cliente dietro di lei.

– Posso esserle utile?